La vie en ros…ato: la storia di una bacca rossa che diventa rosa

Partiamo dalla poca fama di questa tipologia. Avete letto bene, poca fama. In generale i rosati sono poco considerati nel panorama vinicolo. Questa tesi, che va per la maggiore, è da ricondurre sia ai consumatori (che non sono attirati da un vino che, in sintesi, non è né bianco né rosso) che agli operatori del settore, che preferiscono concentrarsi sulle produzioni delle tipologie più comuni e ancestrali piuttosto che sui rosati (i quali numeri di consumo sono nettamente inferiori).
Vittime di ingiusti pregiudizi? Si. Scopriamo insieme il perché.
No. Il rosato non viene concepito attraverso una miscela di rosso e bianco. Infatti, questo tipo di tecnica è VIETATA per legge nel mondo vinicolo. La miscelazione, infatti, è tipica dei vini base utilizzati per la produzione di spumanti, come Champagne e Franciacorta. Un vino rosato, invece, si ottiene da un procedimento a metà strada tra quello utilizzato per ottenere il vino rosso e quello per il vino bianco.
Il rosato è un vino ottenuto da uve a bacca rossa vinificate in bianco. Qualsiasi uva a bacca nera o rossa può essere avviata alla vinificazione in rosato; le uve sono trattate nei primi step come nei protocolli di vinificazione in rosso ma con periodi di macerazione delle bucce inesistenti o ridotti a poche ore, per poi proseguire con le procedure di vinificazione in bianco.
Come i bianchi, anche i rosati sono vini giovani, pronti per il consumo pochi mesi dopo la prima vendemmia e vanno consumati entro 2-3 anni dalla produzione.
Dal Five Roses in poi… Tre rosati che consigliamo! (Scopri quelli in promozione su ATuttoVino!)
Nel 1943 nasce il Five Roses, il primo vino rosato ad essere imbottigliato e commercializzato in Italia e da subito esportato negli Stati Uniti, dall’azienda Leone De Castris; un vino salentino ottenuto da 90% Negroamaro e 10% Malvasia Nera. Dal sito dell’azienda si evince che "esiste una contrada nel feudo di Salice Salentino che si chiama Cinque Rose, nome dovuto al fatto che per intere generazioni i Leone de Castris avevano ciascuno, con incredibile costanza, cinque figli. Sul finire della guerra il generale Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato, le cui uve provenivano proprio dal feudo Cinque Rose. Ma il generale voleva un vino dal nome americano, e non ci si mise molto a trovarlo: nasce così il Five Roses."
Salendo al nord, nella cantina di Franz Haas, troviamo il Pinot Nero Rosé, le cui uve attentamente selezionate sono prodotte su impianti a Guyot tra i 700 e 750 metri sul livello del mare. Franz Haas ha avuto l’intuizione di vinificare in rosé un vitigno che si trova particolarmente a suo agio in Alto Adige, il Pinot Nero. Il risultato è un vino dal profumo fruttato che accenna a polvere di polvere di cacao ed erbe aromatiche. Ideale come aperitivo e si accompagna squisitamente a salumi e formaggi freschi, si abbina alla perfezione anche a semplici piatti di pesce.
Infine, per la rubrica – Il Molise esiste per davvero- come non consigliarvi il Collequinto Dop Tintilia del Molise rosato bio di Claudio Cipressi? 100% Tintilia vinificata in rosè, prodotto a San Felice del Molise. Un vino color rosa tenue, intensamente fruttato con sentori di more, fragole e frutti di bosco. Al gusto è secco, morbido, sapido, dal gusto pieno e avvolgente. Certificazione biologica, selezione maniacale delle uve, processi di lavorazione tradizionali e non invasivi, rispetto della personalità del vitigno d’origine.
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